venerdì 10 novembre 2017

Mai stata meglio in vita mia.
Mai stata più confusa di così in vita mia.
(Justine - lefunkymamas)

'mmazza che voglia di raccontarmi che mi ha scatenato Justine con questo suo post! Tutta la notte che ci penso, tutta la notte che ragiono, che cerco risposte, che mi faccio domande. Ancora.
Se guardo indietro e leggo i miei ultimi post mi rendo conto che me ne sono già accorta da un po' che è arrivato il periodo delle riflessioni, che è arrivato da un bel po', e che questo blog si è trasformato, da diarietto giocoso e vizioso a quaderno di appunti e diario di meditazioni strastrastranoiose per chi non prova e non si sente, in questo momento, proprio come me. Eppure non posso - e non voglio - farne a meno.
Non è con questo blog che - fortunatamente - devo cercare di portare a casa la pagnotta, il lavoro comprende tutt'altro e resta un capitolo a parte. E comunque, anche se fosse, non saprei essere diversa da quella che sono, quindi le mie paturnie dovreste sorbirvele in tutti i casi. Solo, sarei più cauta, forse.
Insomma: posso allentare la corda quando voglio, posso scrivere logorroicamente ogni giorno, posso giocare e viziarmi come voglio. Se vi siete stancati di leggere fermatevi pure qui, dunque.

Torniamo a Justine e ai suoi (quasi) 40 anni. Il mio commento al suo post, uscito di getto a una velocità incredibile per i miei tempi bradipi, è stato questo:
Non sono l'unica a sentirmi come te, ne sono certa.
Dopo averti letto, averci pensato tutta la notte, aver cercato modi per raccontarmi, questa è una resa. Il tempo degli incastri, la fatica e le cadute (fortunatamente, ma solo fortunatamente, senza danni gravi, tranne qualche ammaccatura al cuore soprattutto), la ricerca di semplificare e ridurre le ansie e l'ammissione di non essere (di non saper essere? di non voler essere?) un caterpillar.
Tutto coincide.
Posso ammettere che passati i 40 questa ricerca non si ferma, anzi. Guardi sempre più dentro di te, osservando il resto del mondo, facendo confronti che siano critici e costruttivi. E impari a viverla diversamente, sì. Ti alleggerisci. Le cerchi proprio le cose leggere, non tanto quelle frivole (o magari sì, ma non è il mio caso) ma proprio quelle che riducono il tuo peso specifico.
E ti rendi conto che non esistono i fallimenti, è solo Crescita.
"Si cambia" - dissi una volta a un tizio.
"Si cresce" - mi rispose lui.
Aveva ragione.
Mammamia, che ciclone di sentimenti mi ha scatenato questo tuo post. Grazie, di cuore!"
Il problema che si pone Justine è quello che mi pongo anche io da un po': quello di un lavoro che deve far guadagnare la pagnotta. Una dipendenza economica che purtroppo, vivendo nel mondo reale, ci tocca. Pur sapendo risparmiare, pur avendo imparato a non sprecare, a riutilizzare, a far di necessità virtù, i soldi - potenzialmente sicuri - servono. Brutto dirlo ma è così.
E siamo qui, allora, a cercare di darsi delle risposte, provare a analizzare la propria disponibilità a soffrire ancora d'ansia, a fare salti nel vuoto preceduti da fatiche indicibili e notti insonni e lavoro che potrebbe essere sprecato.
Ne vale la pena?
Io credo che la pena valga sempre.
Credo - sono ancora convinta - che la fatica porti i suoi frutti. Tutto sta nel valutare e mettere sulla bilancia (perché tocca, la bilancia, tocca: è il metro di giudizio migliore, sempre. Crudele a volte, ma migliore) la sofferenza da una parte, i vantaggi dall'altra.

Si impara dai propri errori, me lo ripeto costantemente. Si impara dagli scivoloni. Si impara - se non altro - a non mettere più il piede in fallo, a essere più cauti, a valutare di più. Si impara a vivere gli inciampi con più leggerezza, con la consapevolezza che è possibile sbagliare.
Ma se si continua a credere in quello che si fa e che si è, si migliora sempre. E i risultati arrivano. Certo, bisogna avere anche una buona dose di fortuna, quello sì. E su quella non abbiamo potere decisionale. Quindi.

La cosa fondamentale però è crederci.
Fortissimamente.
Andare avanti, qualsiasi sia la scelta fatta. Nonostante la confusione.


Liberi di fare la propria scelta, liberi di essere chi si è, di non costringersi a vivere sotto costrizione continua. Liberi di essere confusi, anche. Oppure di crederci ciecamente, pronti a cadere ancora una volta.

In questi giorni mia figlia (4^ elementare) ha ricevuto e portato a termine un compito interessante e stimolante: scrivere un testo ispirato ad alcune frasi dette da una serie di atleti che hanno ottenuto grandi risultati nel loro sport.
Mi ha fatto una soddisfazione leggere quello che ha scritto (giuro, non ci ho messo becco, ho solo suggerito di aggiungere una virgola a un certo punto! 😇) a conclusione del tema:

Perché se credi in quello che fai tutto si realizza

Beh, ha ragione anche lei. Sono felice che abbia questa estrema fiducia nelle sue possibilità. Verranno le cadute, ci saranno sicuramente i capitomboli e le ginocchia sbucciate, ne soffrirà e ne soffrirò anche io con lei.

Ma quello di cui sono più sicura - ora, dopo 4 anni di domande, di dubbi, di pensieri confusi più che in ogni altro tempo della mia vita, adolescenza compresa - è che questa strada è quella giusta. Che questi 40 e più - rimpianti e rimorsi compresi - li sto vivendo nella maniera più vera: a modo mio.
E magari oggi, subito dopo aver scritto queste parole, prenderò una decisione diversa, sceglierò un'altra direzione, ma sarà comunque la strada che ho scelto di seguire. Quella in cui credo.

lunedì 6 novembre 2017

#piccoligesti2017 e quello che si impara osservando gli altri. E se stessi.

L'appuntamento di Novembre con #piccoligesti2017

Continuo a innamorarmi delle illustrazioni di Enrica Mannari, ogni volta di più.

#piccoligesti2017 è un'iniziativa bellissima, la conoscete? Ve ne parlo perché a me ha fatto un gran bene, nonostante non sia riuscita a seguirla come avrei voluto (ma sono già pronta e carica e motivata per la prossima edizione!).

Conoscere se stessi è fondamentale e purtroppo scopriamo sempre troppo tardi quanto sia importante per poter vivere sereni e ottenere la felicità che meritiamo.
Chi cerca di conoscere se stesso sta portando avanti un progetto coraggioso, perché non è così facile e non è per niente indolore farlo.
Io - che sto cercando di attaccare l'ostacolo da più fronti leggendo, meditando, ascoltando storie, osservando gli altri, scrivendone - ho imparato tanto di me soprattutto riconoscendo i miei errori (quelli vecchi e superati  e quelli che ancora commetto, senza riuscire a correggermi - ma non demordo!).
Scrivere nero su bianco il negativo che riconosciamo di noi, scrivere le nostre mancanze, le cattive abitudini, i rimorsi per le azioni compiute senza pensare (oppure dopo aver pensato troppo), fa bene, anche se fa soffrire.
Poi però a un certo punto bisogna anche sapersi perdonare. Riconoscere di aver sbagliato e superare il dolore, per andare avanti.
E abbracciare l'universo.

"Un grande gigantesco abbraccio che spazza via ogni giudizio e ogni limite mentale ed emotivo. Ce la faremo ad abbracciare in modo così totalitario tutte le nostre paure, incertezze, passioni, amori, meraviglie e demoni? Non ne ho idea, ma tentar non nuoce."
(Enrica Mannari)

È arrivato il momento di farlo. Almeno per sapere cosa succederà dopo. Io continuo, imperterrita.
E voi? riuscite ad abbracciare l'universo, riuscite ad abbracciarvi e a perdonarvi?

giovedì 2 novembre 2017

Do It Now!

Le spiegazioni le trovate qui

«Amo le scadenze. Adoro il rumore che fanno quando mi sfrecciano accanto»

Mamma mia, quanto sono riflessiva in questo periodo! Sarà l'età che avanza, saranno le situazioni complicate che si stanno verificando ultimamente, sarà... boh, sarà che si cresce.
In ogni caso, quello che mi fa sorridere, che mi fa piacere e che ogni tanto mi fa anche rabbia, è che continuo a trovare il bello in ogni IN OGNI situazione, anche le più corrosive, anche quando le persone dimostrano quanto possano essere cattive, quanto possano dimostrare la propria sofferenza facendo soffrire gli altri.

Do it now.

Perché questa frase mi ha così colpito? Perché quando ho visto la card apparire dalla newsletter della Sizzix, mi sono sentita come se avessi sbattuto all'improvviso contro un cartello segnaletico che non avevo visto?
Eppure lo so, quello che esprime questa frase è quasi scontato, è evidente e chiarissimo...
Il problema è che sono una che ha il vizio (brutto, questo sì che è un brutto vizio!) di rimandare, molto spesso con la scusa di perfezionare; sono una procrastinatrice all'ennesima potenza, che ogni tanto torna in sé e cerca di recuperare. Ma non sempre ci riesco.
È un problema comune a tanti, lo so, ma qui mal comune non fa mezzo gaudio: è solo un grosso problema per tutti. E allora giù di liste di to do, giù di evidenziatori quando si porta a termine uno dei punti. Giù di libri ragionati e studiati e letti insieme a Roberta Michelotto, la mia psicologa preferita, nella nostra rubrica ZenBuk.
Ma non basta. Ci vuole altro. E allora interviene la Vita, che ti fa accadere intorno cose, che ti rende la vita quotidiana difficile quando sa che puoi resistere alle difficoltà, quando sa che hai i mezzi per farlo.
Basta solo che tu ti guardi dentro e li trovi.
Voi credete nelle coincidenze? Credete nei segnali messi (dalla Vita? dal destino? da qualcuno di superiore?) al punto giusto e al momento giusto sulla vostra strada?
Io sì.
E stamani avevo proprio bisogno di sentirmi dire:

Falla ora, questa cosa a cui pensi da tanto, falla ora!
O rischi che "più tardi" diventi "mai"!

Quindi bando alle ciance, che devo correre a farla subito, quella cosa! Che devo rimboccarmi le maniche e pensare all'oggi prima che venga domani e sia troppo tardi!
E voi, come siete messi a cose rimandate?

p.s.: abbiamo appena trasmesso l'ennesima puntata di #motivescionalchannelsulCircoloVizioso. Magari ci prendo gusto. ;)

Seduti al bar del CircoloVizioso

Seduti al bar del CircoloVizioso
Ovvero: avete tempo per una birra? Il nostro bar è nato per conservare e ricordare i tanti "posticini del cuore" che ci hanno lasciato un'emozione. Per chi ha bisogno di trovare il suo, di posticino del cuore. Per evadere 10 minuti dalla routine quotidiana, per conoscere posti che magari non avete mai visto, per fermarsi a meditare su un'immagine, per bersi una birretta ghiacciata in compagnia degli amici... Tornate quando volete, il bar è sempre aperto!

argomenti viziosi

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Il Vizio di Leggere

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