lunedì 1 febbraio 2021

Non che l’albero



[...] non che l’albero non abbia preoccupazioni, 

ne ha, però accetta con pazienza

rimanendo fermo, non allontanandosi dal posto, 

prendendo quello che trova, che c’è,

e provando a trasformare in bene anche i mali.

Endimione, Claudio Damiani

martedì 7 aprile 2020

Il marconista - Noi del Sud


Vi ricordate del marconista? 
Storia di taaanto tempo fa, storia che oggi ritorna perché - svolazzante e un po' inquietante nella sua attualità - ho trovato un foglio ripiegato e aggiunto all'ultima pagina del quadernetto. Sono certa di non averla mai vista prima.
La scrittura sempre vintage, la carta un po' più bianca dell'altra, ma usata: sul retro alcuni schizzi, sembra il progetto di un orto, con linee di piante, quadri di erbe aromatiche. Chissà che vita indaffarata, il marconista, chissà...

Non deve essere più tanto giovane, il marconista, se ci fa arrivare messaggi di questo tipo. Oppure è lui, giovane, giovane dentro, e aiuta chi ha qualche anno in più. Chissà se lo scopriremo mai.

Comunque.

In questa pagina il marconista ringrazia i giovani che si danno da fare e aiutano chi ha una certa età; ringrazia chi, con una parola di conforto e qualche atto di pura e semplice gentilezza, si rende disponibile. 
Come i tanti, giovani e meno giovani, che lo stanno facendo in questi giorni, per aiutare tutti a uscire fuori dall'emergenza il più rapidamente possibile.

Li ringrazio anch'io, dovremmo farlo tutti. 
Il loro è un dono prezioso!


Momenti di solidarietà giovanile

Piccinni simu e grandi ni facimu
Moni, ch'è nu momentu delicatu
Ognuno ti nui si sente già impegnatu
Quannu lu vicinu è sulu e lu sapimu
sciamu a tuzza' alla porta, e li ticimu:
"Ti c'è bisuegnu ani, ca nui vinimu...
e subbito ti purtamu quantu occorri."

Risposta con mestizia
Tinia nu jattu e moni se n'è sciutu
a sci' cercari l'amori chiù luntano
e moni, c'aggia rimastu sulu sulu
qualcuno alla mia porta m'è tuzzatu
cussì lu cori mia è risuscitatu.

Grazie ragazzi pe cuddu ca faciti
simmu anziani suli ca ristamu
e cu tuttu lu cori ringraziamu.

La terza età.

mercoledì 11 marzo 2020

Nove marzo duemilaventi

Nove marzo duemilaventi

Questo ti voglio dire
ci dovevamo fermare.
Lo sapevamo. Lo sentivamo tutti
ch’era troppo furioso
il nostro fare. Stare dentro le cose.
Tutti fuori di noi.
Agitare ogni ora – farla fruttare.

Ci dovevamo fermare
e non ci riuscivamo.
Andava fatto insieme.
Rallentare la corsa.
Ma non ci riuscivamo.
Non c’era sforzo umano
che ci potesse bloccare.

E poiché questo
era desiderio tacito comune
come un inconscio volere -
forse la specie nostra ha ubbidito
slacciato le catene che tengono blindato
il nostro seme. Aperto
le fessure più segrete
e fatto entrare.
Forse per questo dopo c’è stato un salto
di specie – dal pipistrello a noi.
Qualcosa in noi ha voluto spalancare.
Forse, non so.

Adesso siamo a casa.

È portentoso quello che succede.
E c’è dell’oro, credo, in questo tempo strano.
Forse ci sono doni.
Pepite d’oro per noi. Se ci aiutiamo.
C’è un molto forte richiamo
della specie ora e come specie adesso
deve pensarsi ognuno. Un comune destino
ci tiene qui. Lo sapevamo. Ma non troppo bene.
O tutti quanti o nessuno.

È potente la terra. Viva per davvero.
Io la sento pensante d’un pensiero
che noi non conosciamo.
E quello che succede? Consideriamo
se non sia lei che muove.
Se la legge che tiene ben guidato
l’universo intero, se quanto accade mi chiedo
non sia piena espressione di quella legge
che governa anche noi – proprio come
ogni stella – ogni particella di cosmo.

Se la materia oscura fosse questo
tenersi insieme di tutto in un ardore
di vita, con la spazzina morte che viene
a equilibrare ogni specie.
Tenerla dentro la misura sua, al posto suo,
guidata. Non siamo noi
che abbiamo fatto il cielo.

Una voce imponente, senza parola
ci dice ora di stare a casa, come bambini
che l’hanno fatta grossa, senza sapere cosa,
e non avranno baci, non saranno abbracciati.
Ognuno dentro una frenata
che ci riporta indietro, forse nelle lentezze
delle antiche antenate, delle madri.

Guardare di più il cielo,
tingere d’ocra un morto. Fare per la prima volta
il pane. Guardare bene una faccia. Cantare
piano piano perché un bambino dorma. Per la prima volta
stringere con la mano un’altra mano
sentire forte l’intesa. Che siamo insieme.
Un organismo solo. Tutta la specie
la portiamo in noi. Dentro noi la salviamo.

A quella stretta
di un palmo col palmo di qualcuno
a quel semplice atto che ci è interdetto ora -
noi torneremo con una comprensione dilatata.
Saremo qui, più attenti credo. Più delicata
la nostra mano starà dentro il fare della vita.
Adesso lo sappiamo quanto è triste
stare lontani un metro.

(da Doppiozero.com)

---
Nove marzo duemilaventi. Seduta sul lettone con tutta la famiglia, gatto compreso, dicevo ai miei figli - e anche un po' a me stessa - che stavamo vivendo un momento storico: la scuola in digitale, con loro che si mostrano così agili col computer e con lo scaricare file e linkare cose, la vita nuova, diversa, a cui tutti quanti dobbiamo imparare ad abituarci, i contatti che non possono essere più fisici e devono puntare sulla qualità delle parole, a distanza. Dal giorno dopo, dal 10 marzo sarebbe cambiato il mondo. Il nostro modo di vedere, di sentire, di pensare. A volte ci vogliono bastonate per rimettersi in riga, è brutto da dire ma a volte è vero. Io per prima ogni tanto ho bisogno di una sgridata per riprendere la via.
Viviamo ogni istante della nostra vita. Viviamolo intensamente. E quando finalmente tutto sarà passato ne avremo guadagnato in consapevolezza. In passione. In presenza.

Poco altro da dire, molto da pensare.

Un abbraccio
- virtuale -
a tutti.
Silvia

venerdì 12 luglio 2019

Un augurio per l'estate 2019: coltivate pensieri gentili, arriveranno farfalle :)

#IoScelgoLaGentilezza

Essere gentili non vuol dire essere deboli.
Si può essere gentili e determinati, gentili e fermi sulle proprie posizioni.
Non è urlando che si è forti.


[Questo è un post antico, scritto lo scorso anno in una mattinata di agosto, ma lo sento così mio, così attuale, che senza nemmeno ritoccarlo lo ripubblico oggi, 12 luglio 2019, per farvi sapere che siamo ancora vivi, che leggiamo, che ancora respiriamo e ci muoviamo in questo mondo. L'augurio è più valido che mai oggi: Siate gentili, arriveranno Farfalle!]


Ieri ho letto questo post di Burabacio e sono tornata col pensiero a qualche anno fa, quando ho avuto a che fare con un troll.
Uno reale, non di quelli virtuali che girano sulla rete, uno in carne e ossa: persona violenta, che per esplicitare ogni sua opinione sa usare un solo modo, fatto di urli, grida, violenza. Violenza verbale, per carità, ma sempre di violenza si parla.

Non è urlando che si è forti.

No, infatti.

Ho sempre pensato che la mia totale incapacità di gridare con violenza le mie opinioni per farmi valere fosse un grosso limite: ho sofferto tantissimo da ragazzina per questo, perché non ero mai quella "forte", quella che tutti seguivano perché sembrava così sicura di sé. E si sa, nell'adolescenza la prima e forse unica cosa che cerchi è la sicurezza - di sapere chi sei, cosa vuoi, dove vai.
Il pensiero comune per i ragazzi di allora (e per quelli di oggi, e probabilmente purtroppo non solo per i giovani... 😕) era:

"è così che ci si fa strada,
è così che 'arrivi',
è così che ti fai valere e rispettare"

Ma dove? Ma quando? Ma perché?

La realtà è profondamente diversa e passa - anche - da una riflessione su quello che vuoi che rimanga di te, passato l'effetto sorpresa molto molto scenografico dell'imporsi con la violenza. E sarete d'accordo con me che il rispetto per chi usa violenza non esiste e non deve esistere.
Certo, su alcuni punti della mia personalità devo ancora lavorare, su certi ho già raggiunto buoni risultati, ma probabilmente è un fatto dovuto al carattere, all'educazione, se l'essere gentile ma determinata, rimanendo ferma sui miei principi, mi viene così spontaneo. Non sempre ottengo l'obiettivo al primo colpo, ma sono certa che sia la strada giusta da seguire.

Ecco, quello che vi auguro per questa estate 2018 2019 è questo: il tempo per una giusta e profonda e rilassata riflessione su questo tema. Sulla Gentilezza

Sul coltivare posti belli DENTRO DI NOI
per attirare cose belle INTORNO A NOI.

Come scrive giustamente Sabrina, donna che ammiro davvero tanto, perché sa parlare con voce calma e pacata, arrivando dritta al Cuore.


Allora coltivate Gentilezza: arriveranno Farfalle!

E con la nostra raccolta #Menostresspiùfarfalle la gentilezza va a nozze.



Nel frattempo Sabrina di questa cosa della gentilezza ha fatto un progetto fantasticoLo trovate qui: seguitelo, innamoratevi come me delle sue parole e della sua capacità di arrivare al cuore. 

Coltivate quella Gentilezza di cui parla: Sii Gentile è una tisana calda per l'anima, fa bene a tutti quanti, a chi dà gentilezza, a chi riceve gentilezza. E a chi la osserva dall'esterno.

Ci rivediamo a settembre, buona Gentilezza a tutti!

venerdì 7 dicembre 2018

La sola ragione della nostra esistenza. E gli auguri del CircoloVizioso per questo Natale 2018

Siete disposti
[...]
A capire che probabilmente
la sola ragione della vostra esistenza
non è ciò che voi avrete dalla vita,
ma ciò che darete alla vita?

C'è qualche altro augurio, più bello e caldo di questo, che possa farvi per questo Natale 2018? 
C'è così tanto da dire su questa poesia (che vi riporto per intero più sotto) e su quello che mi è accaduto in questo ultimo periodo, e sulla vita in generale, che non so nemmeno da dove partire.
Mi sto facendo mille domande in questi giorni, e temo non smetterò mai più di farmene e di osservare tutto quello che succede con occhi ancora diversi, molto diversi.

Alla fine, quello che sto imparando, una volta ancora, è che bisogna fare un passo alla volta, credere e avere fiducia in ogni piccolo successo, e affrontare ogni battaglia con fiducia e consapevolezza. 

La strada sarà lunga ma ci riusciremo.
Ci sarà da combattere e da lottare,
e probabilmente anche da soffrire,
ma ne verremo fuori.

Per questo Natale voglio farmi un gran regalo. Voglio seguire uno dei consigli di Valentina, che suggerisce di scrivere anche noi una letterina a Babbo Natale.
Voglio riflettere su tutto quello che sono disposta a offrire generosamente di me a me stessa e agli altri, voglio capire quanto so dare e non quello che voglio ricevere. Voglio aprire il mio cuore e prendermi cura. Di me. Di chi mi sta vicino. Di chi non lo ha mai fatto, magari perché non ne ha visto la possibilità. Voglio accorgermi di ogni occasione che ho e coglierla, perché domani potrebbe non esserci più. Potrei non esserci più io.
Voglio sapere di aver dato, alla Vita, perché la mia esistenza non sia mai vana.

Questa è la poesia di cui vi parlavo. L'ha scritta Henry Van Dyke, uno scrittore statunitense, un bel po' di anni fa. Il suo significato e il suo valore non sono scaduti col passare del tempo, anzi.

Siete disposti a dimenticare
quel che avete fatto per gli altri

e a ricordare
quel che gli altri hanno fatto per voi? 
A ignorare quel che il mondo vi deve
e a pensare a ciò che voi dovete al mondo?
Ad accorgervi che i vostri simili esistono come voi,
e a cercare di guardare dietro i volti
per vedere il cuore avido di gioia?
A capire che probabilmente la sola ragione della vostra esistenza
non è ciò che voi avrete dalla vita,
ma ciò che darete alla vita?
A non lamentarvi per come va l’universo
e a cercare intorno a voi un luogo
in cui potrete seminare
qualche granello di felicità?
Siete disposti a fare queste cose
sia pure per un giorno solo?
Allora per voi Natale durerà per tutto l’anno.


~ Henry Van Dyke
~

Il mio augurio è che anche il vostro Natale duri per tutto l'anno.

Non ci sentiremo per un po', forse fino ad anno nuovo, perché in questo momento al CircoloVizioso c'è bisogno di concentrarsi solo e soltanto e unicamente sul sé. E di dare, a chi sta qui intorno, vicino vicino, tutto l'Amore che c'è.
 

p.s.: ho scoperto Henry Van Dyke grazie a Valentina Giordano, qui. Credo ci sia moltomoltomolto da approfondire...

Seduti al bar del CircoloVizioso

Seduti al bar del CircoloVizioso
Ovvero: avete tempo per una birra? Il nostro bar è nato per conservare e ricordare i tanti "posticini del cuore" che ci hanno lasciato un'emozione. Per chi ha bisogno di trovare il suo, di posticino del cuore. Per evadere 10 minuti dalla routine quotidiana, per conoscere posti che magari non avete mai visto, per fermarsi a meditare su un'immagine, per bersi una birretta ghiacciata in compagnia degli amici... Tornate quando volete, il bar è sempre aperto!

argomenti viziosi

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Il Vizio di Leggere

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Per non perdere il vizio, nonostante le mille cose da fare, per trovare il tempo da dedicare ad una buona lettura, per scoprire nuove emozioni e sensazioni, di quelle che solo un buon libro è capace di regalare a chi lo apre con passione e curiosità.

Il vizio di riflettere

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... il mio modo di Guardare e non solo Vedere ciò che ci circonda...